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Milano Esoterica, la città dei misteri

Gli antichi racconti narrano, di un giovane guerriero di nome Belloveso; il quale dopo aver sconfitto le tribù etrusche, intorno al VI secolo a.c. si sarebbe fermato nella grande pianura in una terra detta insubria e li avrebbe costruito la propria dimora. Questo luogo non fu proprio scelto a caso, ma  la leggenda narra  di un animale totemico ( nello specifico un cinghiale) con il dorso parzialmente ricoperto di pelo; un segno magico interpretato come un segnale divino.

Da li la leggenda vuole attribuire al termine mediolanum il significato di medio-lanae ovvero scrofa semilanuta (in medio lanae) che divenne il simbolo della Milano gallica fino al IV secolo.

Secondo un’altra leggenda invece il termine mediolanum dovrebbe derivare da terra di mezzo inteso come terra a metà strada tra i fiumi Olona e Seveso.

È stato fatto notare che Milano sorge sulla linea dei fontanili (ovvero, dove le acque affiorano in superficie per il degradare della pianura verso il Po), potrebbe quindi essere nata su una lingua di terra che dava su una palude, in un luogo quindi ben difendibile.

Scrofa Semilanuta Palazzo della Regione Milano esoterica - Misteri della Storia
Scrofa Semilanuta Palazzo della Regione Milano esoterica – Misteri della Storia

Sembra che il centro della vita cittadina sia stato lo stesso di ora, all’incirca in piazza Duomo. Secondo Polibio qui sorgeva il tempio di una divinità gallica, Belisama, che egli identifica con Atena o Minerva, dove erano custodite le sacre insegne guerriere degli Insubri, dette “le immobili”.

SANTEUSTORGIO il mistero dei remagi di Milano esoterica

Secondo la tradizione, il carro con cui Sant’Eustorgio trasportava le reliquie dei Re Magi da Costantinopoli si fermò inspiegabilmente: le ruote erano diventate pesanti come macigni e né buoi né cavalli riuscivano più a muoverle. Così Eustorgio dovette rinunciare all’idea di portare i resti dei Magi nella basilica di Santa Tecla e fece edificare una nuova basilica, fuori le mura cittadine, per ivi deporli. Infatti nella basilica, a destra dell’altare maggiore (nella porzione superstite della chiesa paleocristiana del IV sec.), possiamo vedere un enorme sarcofago (v. foto a lato) o, meglio, un’arca, che sarebbe servita a trasportare dall’Oriente (dov’erano sepolti) i tre sapienti che, secondo la tradizione cristiana, visitarono il Bambino Gesù poco dopo la nascita, seguendo una misteriosa stella cometa. L’episodio si festeggia il 6 gennaio nel calendario liturgico cristiano.Immaginiamo quale importanza dovette assumere Milano a quel tempo, custodendo una reliquia del genere! Facevano anche molta gola e per sicurezza vennero spostate nella più sicura San Giorgio al Palazzo, durante l’attacco del Barbarossa a Milano, ma da qui sarebbero state trafugate dal cancelliere Rainaldo di Dassel l’11 giugno 1164 e portate nella città tedesca di Colonia (di cui era arcivescovo), dando origine ad un culto assai sentito. In questa operazione furtiva, il sarcofago avrebbe subito delle rotture che nel 1733 la Confraternita dei Magi avrebbe riparato, rivestendo l’arca di un intonaco che imitava conci di pietra.

Quella delle reliquie dei Magi è anche una delle cause legali più lunghe della storia: oltre 740 anni..! Mica i Milanesi si lasciarono portar via così le preziose ossa (presunte) dei re. Si intavolarono relazioni con i tedeschi per riaverle indietro; intervennero ben tre papi per redimere la disputa e anche San Carlo Borromeo ci mise del suo, nonchè il re di Spagna Filippo II. Piccole porzioni delle reliquie arrivarono a Milano solo nel 1904, per gli sforzi del cardinale Andrea Ferrari e del cardinale Fischer. Sono oggi custodite dietro una grata, in una nicchia incassata nel muro a sinistra dell’arca, sopra l’altare della cappella

ALCHIMIA A MILANO

Bonaventura d’iseo, Gerolamo Cardano, Francesco Giuseppe Borri, Manfredo Settala … sono alcuni degli alchimisti che si espressero attraverso il linguaggio di svariate discipline, come la chimica, la fisica, l’astrologia, la metallurgia e la medicina, lasciando numerose tracce nella storia dell’arte. Voglio ricordare la formula della popolarissima Teriaca, il farmaco che per lungo periodo fu fabbricato nei laboratori dell’ospedale più importante della città, la Ca Granda ( un rimedio di almeno 50 elementi compresa la carne di vipera).

Francesco Giuseppe Borri un milanese ” d’altissimo ingegno’ …. secondo la leggenda,  trasmessaci nel 1802 dall’erudito Francesco Girolamo Cancellieri, uno stibeum pellegrino fu ospitato nella villa Palombara, sita nella campagna orientale di Roma sul colle Esquilino nella posizione quasi corrispondente all’odierna piazza Vittorio . Il “pellegrino”, identificabile con l’alchimista Francesco Giuseppe Borri, dimorò per una notte nei giardini della villa alla ricerca di una misteriosa erba capace di produrre l’oro, il mattino seguente fu visto scomparire per sempre attraverso la porta, ma lasciò dietro alcune pagliuzze d’oro frutto di una riuscita trasmutazione alchemica, e una misteriosa carta piena di enigmi e simboli magici che doveva contenere il segreto della pietra filosofale. Il marchese fece incidere, sulle cinque porte di villa Palombara e sui muri della magione, il contenuto del manoscritto coi simboli e gli enigmi, nella speranza che un giorno qualcuno fosse riuscito a decifrarli.

Ludovico Manfredo Settala il personaggio più illustre e conosciuto della famiglia (anche grazie al Manzoni) , protofisico all’epoca della terribile pestilenza del 1630.

SEGRETI DEL SOTTOSUOLO di Milano esoterica,  cunicoli, rifugi e pozzi magici

Pozzi, cunicoli, ghiacciaie, cisterne, gallerie, ossari, cripte, binari perduti, vecchi bunker e ricoveri antiaerei di epoca bellica, passassi segreti medievali, tratti sotterranei degli antichi canali, l’immensa rete fognaria, i navigli sepolti e smarriti, la metropoli di sotto, chilometri di vuoto che,   diverse profondità, si srotolano labirintici sotto i piedi dei milanesi.

Un luogo di mistero lo troviamo sotto la famosa stazione centrale, con l’immenso ricovero realizzato durante la seconda guerra mondiale dove gli speleologi urbani sono andati alla ricerca di un misterioso secondo livello, trovando per ora solo dei passaggi non percorribili perché ostruiti dalle macerie. In oltre sotto la stazione troviamo il famoso binario 21 che racconta una delle pagine più tragiche e buie della storia della città (quella della shoah).

Ci sono alche molti  passaggi segreti del Castello Sforzesco di Porta Giovia, al di sotto del cortile di Piazza d’Armi. “Si calcola che vi fosse uno sviluppo lineare di oltre 3mila metri di sotterranei, per una superficie di circa 10mila metri quadrati, compresi i canali che sottopassavano i fossati esterni per rifornire d’acqua i fossati interni”, spiega Gianluca Padovan, presidente del gruppo Scam e della Federazione Nazionale Cavità Artificiali. La parte più imponente e interessante dei sotterranei del castello è il circuito della Strada Coperta Segreta con le sue diramazioni, quasi tutte conducenti alle postazioni d’artiglieria della cosiddetta Ghirlanda. Tra la Piazza d’Armi e la Corte Ducale con la Rocchetta c’è poi il cosiddetto Fossato Morto, al di sotto del quale si possono percorrere i due tronconi di un cunicolo. 

La Milano sotterranea riaffiora in un altro dei suoi luoghi più famosi: i Navigli, oggi meta di spicco della movida giovanile; un tempo rete idroviaria e difensiva che cingeva e percorreva la città. Dell’antico impianto dei canali urbani sopravvivono, visibili e in funzione, solo il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese, la Darsena di Porta Ticinese e il Naviglio Martesana. Nel sottosuolo rimangono alcuni chilometri di canali, non percorribili a causa del degrado in cui versano.

Altra categoria di cavità sotterranee sono i pozzi:“Svariate migliaia” in tutto il capoluogo lombardo, sostiene Padovan, dato che “la falda acquifera un tempo era molto vicina alla superficie”. Non mancano a tale proposito le leggende. Una in particolare riguarda proprio il Duomo di Milano. Si dice infatti che, nello spazio riservato al Coro, siano state occultate le bocche di pozzi profondi che, come in alcuni luoghi di culto antichi, non sarebbero serviti ad attingere acqua ma a captare le energie telluriche. I resti di alcuni luoghi di culto antichi riguardano il mitreo di San Giovanni in Conca, a Piazza Missori, e il cosiddetto Tempio della Notte, nel Parco di Villa Ottolenghi-Battyani-Finzi, nel quartiere di Gorla.

Un labirinto sotto piazza Duomo: sotterranei e corridoi recuperati dopo un secolo di oblio I sotterranei scoperti durante il restauro del monumento a Vittorio Emanuele II

SIMBOLI DI MILANO esoterica

Tutti sanno che il simbolo di Milano è il “biscione”, cioè un drago dalla forma di serpente che stringe tra le fauci un bambino in fasce o un giovanetto. Quello che è certo è che il biscione era lo stemma araldico della celebre famiglia nobile dei Visconti. Ma nessuno conosce la sua vera origine.  Come sempre in casi come questi, le ipotesi si sprecano. Secondo una leggenda il simbolo appariva sullo scudo di un nobile islamico ucciso da un Visconti durante una crociata. Un’altra leggenda racconta che alla morte dell’amatissimo santo Ambrogio, un drago avrebbe assediato Milano divorando gli sventurati che osavano spingersi al di fuori delle mura. Il nobile Uberto Visconti fu il solo ad avere il coraggio di affrontare il mostro, uccidendolo. Secondo un’altra versione ancora, il serpente non sarebbe altro che il leggendario Tarantasio, un mostro che infestava le acque dell’ormai scomparso lago Gerundo, che si estendeva dalle porte di Milano all’attuale provincia di Crema. Anche in questa versione della storia il drago fu ucciso da un cavaliere dei Visconti. Nella basilica di San Marco esiste un affresco risalente ai primi decenni del 1300 che raffigurerebbe l’uccisione di Tarantasio. Purtroppo l’affresco è stato staccato ed esposto (si fa per dire) nell’attiguo museo del chiostro che, vero mistero nel mistero, non è aperto al pubblico… Da notare che a differenza delle illustrazioni e dei dipinti dell’epoca, il drago dell’affresco di San Marco assomiglia molto a un dinosauro come lo conosciamo oggi. La pelle è grigia e priva di scaglie, le zampe sono tozze, la coda allungata. Si tratta insomma di una raffigurazione molto moderna, più simile all’iconografia del primo novecento che a quella medioevale. Confrontate ad esempio la foto dell’affresco di San Marco con quella dell’uccisione del drago che si trova nella chiesa di San Giorgio ad Almenno San Salvatore (BG), dove è custodita anche un’enorme costola che secondo la leggenda appartiene proprio al mostro Tarantasio

LE ESECUZIONI DELLA VETRA

Le ultime streghe di Milano esoterica

Il 12 novembre 1641 ebbe luogo l’ultima esecuzione di streghe alla Vetra: Anna Maria Pamolea, la padrona, e Margarita Martignona, la sua serva, finirono la loro tragica vita strangolate e arse sul rogo. Solo due nomi, senza storia, senza che si conoscano nel dettaglio i capi d’accusa.
Il periodo nel quale Federico Borromeo fu arcivescovo di Milano (1595-1631) coincise con il culmine della caccia alle streghe a Milano, come del resto in tutta Europa. Il Tribunale dell’Inquisizione, dalla metà del Cinquecento alloggiato a S. Maria delle Grazie, lavorava senza posa per inviare le povere sventurate ai roghi della Vetra.

Il processo più noto fu quello a Caterina de Medici, accusata di aver fatto malefici al suo padrone, il senatore Melzi. Negli atti processuali compaiono tutte le figure che componevano il panorama demoniaco del tempo: la fattucchiera con i suoi filtri e veleni; la strega volante che partecipa al “barilotto” (il nome del sabba il Lombardia); il diavolo seduttore e tiranno che esige patti di sangue e delitti efferati; l’inquisitore che trasforma la propria impotenza terapeutica in una diagnosi “teologica”; l’esorcista che si sostituisce al medico nel tentativo di curare le malattie di origine diabolica; il capitano di giustizia che attraverso la tortura costringe la vittima a coinvolgere nel processo il maggior numero possibile di altre persone; e infine gli accusatori, parenti e amici delle vittime, spesso i veri promotori della tragedia, che dietro il loro zelo nascondono frequentemente il timore di concreti danni economici o la speranza di qualche guadagno. 
I roghi milanesi si conclusero nel 1641 in modo tragicamente grottesco: la corda con la quale un boia maldestro tentò di impiccare Anna Maria Pamolea e la sua serva Margherita prima di bruciarle si spezzò due volte di seguito. Il Registro delle sentenze capitali a questo punto si dimentica delle condannate per raccontarci l’epica lite tra il boia e un cavaliere della Confraternita di San Giovanni Decollato in merito alla “professionalità” del boia.

SAN BERNARDINO ALLE OSSA

Se cercate un luogo veramente in grado di mettere i brividi, vi consigliamo una visita a San Bernardino alle Ossa. Il nome di questa piccola chiesa, situata in Piazza Santo Stefano e costruita sopra un cimitero, deriva dalla particolare cappella interamente decorata con ossa e teschi. La macabra decorazione risale al Seicento e le ossa utilizzate sono probabilmente quelle dei defunti dell’ex ospedale di San Barnaba in Brolo, vittime della peste oppure traslate da cimiteri soppressi. I teschi chiusi nelle cassette sono invece quelli di condannati a morte. Leggenda vuole che la notte del 2 di novembre – il giorno dei Morti – le ossa di una bambina collocate a sinistra dell’altare tornino a vivere, mettendosi a capo di una lunga processione di scheletri, impegnati in una specie di danza macabra.

CHIESA E MISTERI OCCULTI

Tredesin de Mars è una festa tradizionale milanese nata per commemorare l’annuncio del Cristianesimo alla città da parte di San Barnaba (avvenuto il 13 marzo dell’anno 51), il quale piantò una croce in una pietra di origine celtica attualmente collocata nella chiesa di Santa Maria al Paradiso di Milano, in zona di Porta Vigentina, sul pavimento, al centro della navata principale.

SPIRITISMO A MILANO esoterica

Eusapia Palladino o Paladino; Minervino Murge, 21 gennaio 1854 – 1918) è stata una medium italiana, molto celebre durante i suoi anni di attività.Nel corso della sua carriera la Palladino fu attiva in Italia, Francia, Germania, Polonia e Russia, dando prova delle sue eccezionali capacità di medium fisico attraverso:

—levitazioni (simili a quelle del più noto Daniel Dunglas Home),

—”apporti” di fiori,

—materializzazioni di spiriti di defunti,

— comunicazioni dirette col proprio spirito guida, John King.

Assistere a una delle sue sedute spiritiche aveva un costo elevato.

Nel 1892 Eusapia tenne a Milano 17 sedute nel corso delle quali diede prova di fenomeni paranormali.Nel suo libro del 1909 Ricerche sui fenomeni ipnotici e spiritici, lo scienziato Cesare Lombroso racconta gli esperimenti che lo portarono da una visione del mondo strettamente materialista alla fede nel mondo degli spiriti e nella vita dopo la morte: tra questi cita una seduta in cui Eusapia levitò, nell’oscurità della stanza, fino a portarsi al di sopra del tavolo.

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